Parrocchia della Madonna Miracolosa

Parrocchia della Madonna Miracolosa di Taggia, chiesa Collegiata Basilica minore dei Santi Apostoli Giacomo e Filippo.

La parrocchia della Madonna Miracolosa, conosciuta ufficialmente dall’intitolazione arcaica di chiesa parrocchiale dei Santi Apostoli Giacomo e Filippo, è il risultato di un profondo lavoro di aggiornamento operato su un antico sito medievale, avvenuto nel XVII secolo. 

L’intitolazione ai Santi Apostoli, infatti, potrebbe indicare il periodo iniziale della cristianizzazione nella Liguria di Ponente. Già nel XIII secolo esisteva un importante edificio sacro, accertato dall’esistenza di un collegio di sacerdoti, i Canonici, a cui va attribuita anche la fondazione dell’Ospedale nel 1212. 

Secondo le descrizioni di primo 600 la costruzione, tipicamente medievale, era di considerevoli dimensioni e la semplice facciata era scandita in tre navate divise da colonne in pietra. 

Nel corso del tempo erano state poi istituite numerose cappelle laterali, arricchite da elementi decorativi, quali immagini sacre e dipinti murali. 

A determinare l’apertura di nuovi cantieri nei vari siti del territorio fu probabilmente la presenza massiva delle maestranze nel Ponente Ligure durante il XV secolo. L’edificio nella sua fase Quattrocentesca presentava una facciata in pietra, atipicamente squadrata per la tradizione locale, probabilmente ispirata dalle stesse maestranze di provenienza esterna. 

Altre caratteristiche evidenziate dai documenti d’archivio sono la copertura del tetto in legno e lamina di pietra, la tipica separazione degli ingressi e degli spazi dedicata a uomini e donne ed infine la presenza di numerose cappelle dall’intitolazione quasi identica a quella attuale. A seguito delle nuove disposizioni culturali derivate dal Concilio di Trento (1542-1563) nella chiesa parrocchiale di Taggia si dovettero anch’essa attuare diversi lavori di sistemazione per adattarsi alle nuove esigenze di culto.

La ricostruzione stravolse completamente il vecchio edificio, portandolo alle forme conosciute attualmente. Sopravvissuti alla riedificazione sono alcuni elementi quali dipinti, statue e lapidi, tutt’ora conservati nella chiesa. 

La radicale ricostruzione in forme barocche si allineò ai fermenti di rinnovamento che attraversarono tutta la Liguria nel Seicento, espressa dal fiorire di nuovi cantieri un po’ in tutti i paesi. Il supporto organizzativo e finanziario arrivò dal cardinale di Santa Prudenziana e Sant’Anastasia a Roma, Gerolamo Gastaldi, nel 1675. 

Secondo quanto ipotizzato dal professor Fulvio Cervini, il nobile religioso mecenate avrebbe individuato nell’architetto romano Giuseppe Arcucci la figura a cui affidare l’opera di disegno della nuova chiesa. Egli non fu però il responsabile della costruzione, in quanto il cantiere venne guidato in loco dal capomastro Giuseppe Arlotti di Riva Ligure. 

Dalla ristrutturazione emerse un edificio più grande rispetto all’antico, forse maggiorato in larghezza verso il lato sinistro della piazza. La facciata dall’aspetto sobrio e monumentale costituisce la base del sistema edilizio che rende unica la piazza dedicata al cardinal Gastaldi. 

Questa si compone di due ordini architettonici ed è provvista in alto di un timpano regolare. Al centro, sopra l’ingresso principale, osserviamo la grande lapide in ricordo del Cardinale, mentre i tre portali in marmo bianco danno accesso alla chiesa. L’interno della struttura è organizzato secondo l’interpretazione degli spazi architettonici voluta dalle risoluzioni del Concilio di Trento. 

All’ingresso si rivela un’ampia navata unica con profondo presbiterio e lungo ciascun lato si aprono sei cappelle. Nelle lunette della volta a botte, le ampie finestre rendono l’interno della chiesa naturalmente luminoso. Particolare attenzione va alla notevole quantità di presenze artistiche disposta sulle varie cappelle, oltre che negli spazi del presbiterio e della sacrestia. 

Tuttavia, l’opera protagonista del complesso architettonico è sicuramente la statua della Madonna dal Cuore Immacolato, riconosciuta nel 1856 “Madonna Miracolosa”. È situata nella quarta cappella sul lato sinistro della chiesa, una delle più ricche e importanti del contesto locale. Poté infatti disporre di cospicui fondi per la messa in opera di un grande altare marmoreo e di molti arredi, in parte conservati in una piccola sacrestia annessa. 

La decorazione della cappella è però determinata dalla presenza della Madonna Miracolosa che per tradizione popolare vuole essere la protettrice della popolazione di Taggia: a lei è difatti dedicata la festa patronale dell’11 marzo. 

Per conoscere l’origine della festività bisogna tornare nel 1851, quando lo scultore tabiese Salvatore Revelli donò alla sua città natale la statua. Un bozzetto scultoreo in gesso policromo, alto circa 93 cm. 

Solo quattro anni dopo la donazione, l’11 marzo 1855, avvenne il miracolo: alcuni fedeli furono testimoni del movimento di occhi della statua. 

Il prodigio si ripeté nei giorni successivi, mentre anche l’incarnato delle guance si fece più vivace. “… vide cioè le prodigiose pupille sollevarsi verticalmente sino a nascondersi per intero sotto le palpebre superiori. Vide le palpebre restringersi ed accostarsi pressoché al contatto con le ciglia, e le ciglia offrire alcuni movimenti come di persona vivente. Vide le palpebre spalancate più del solito, cresciuta la turgidezza della pupilla, e la forma degli occhi mutata da ovale a quasi in rotonda, e tali cose per ben tre volte ei vide nello spazio di dieci o dodici minuti assieme ad altri molti che trovansi con lui nella cappella”.

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